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49,2 x 65 cm
Olio su tela


Scheda opera

Bambocciata: festa di contadini nella campagna romana

Il soggetto

L’opera qui presentata è un esempio di “Bambocciata” settecentesca, ovvero una corrente che si formò attorno alla figura del pittore fiammingo Pieter Van Laer, attivo a Roma fin dalla prima metà del Seicento, a cui venne affibbiato il nomignolo di Bamboccio, a causa del suo aspetto fanciullesco. Caratteristico di questa corrente era il ritrarre scene popolari di vita comune della Roma papale, esulando da quelli che erano i canoni e i soggetti ufficiali del tempo. Protagonisti di queste tele divennero i ladri, i ruffiani, i giocatori, le prostitute colti nei loro momenti di vita quotidiana, sempre accompagnati dalla cornice maestosa delle rovine della Roma imperiale. indicativa è la descrizione di Van Laer data dal pittore barocco e allievo di Maratti, Giuseppe Passeri:

 

 “Perché costui (Pieter Van Laer) era singolare nel rappresentare la verità schietta e pura nell’esser suo, ché i suoi quadri parevano una finestra aperta (…)”.

 

 Definizione che si può adattare perfettamente a questa tela: uno scorcio aperto su un’osteria, e i suoi avventori ripresi nelle loro attività quotidiane: chi è intento a bere del vino, chi a conversare o a giocare a carte, chi, invece, vinto dalle fatiche del giorno, si è addormentato.


Il dipinto

Paolo Monaldi fu attivo a Roma nel XVIII secolo, circa un secolo dopo la creazione delle Bambocciate che ebbero una grande fortuna dal punto di vista commerciale. I collezionisti riempirono le loro raccolte con queste opere solitamente di piccole dimensioni, suscitando l’invidia di pittori più accademici che esprimevano il loro “dolore” per la pittura, umiliata da tematiche così volgari.

L’opera è firmata con il monogramma “PM”, che l’artista ha inserito nella brocca, appoggiata su una botte nella parte sinistra del dipinto. Il paesaggio sullo sfondo presenta forti reminescenze seicentesche: le sfumature delle nuvole, i profili degli alberi in lontananza e lo stormo di uccelli appena accennato nel cielo, ricordano i paesaggi arcadici e classicheggianti di Claude Lorrain e Salvatore Rosa.