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61 x 98,5 cm
Olio su tela


Scheda opera

Contadini in un'osteria


Il dipinto

Pittore rimasto nell’oblio per almeno due secoli, Paolo Monaldi ha riottenuto finalmente il posto che gli spetta a seguito della riscoperta della sua pittura nella seconda metà del Novecento, quando hanno cominciato a ricomparire sul mercato piccoli dipinti d’impronta settecentesca, raffiguranti scene di genere e caratterizzati dal monogramma “PM”.

I successivi studi condotti tra gli altri da Andrea Busiri Vici, hanno contribuito a dimostrare la centralità di questo artista nella scena romana del XVIII secolo. Infatti, assieme all’amico Paolo Anesi, il Monaldi fu coautore di quella meravigliosa serie decorativa di grandi tele a carattere paesistico per le pareti di Villa Chigi a Roma, dove si occupò principalmente della parte figurativa. Cresciuto artisticamente nella bottega di Andrea Locatelli, Monaldi viene oggi ricordato nelle biografie come colui che, in quell’ambito riprese in mano la pittura di genere e le bambocciate del secolo precedente. Ed è proprio sulla Bambocciata alla Van Laer che si fonda l’arte di Monaldi, delle quali egli riprende schemi e composizioni, rivendendone le tonalità, diventate più chiare e azzurrate rispetto alle cromie brunacee e terrose utilizzate da Van Laer e compagni. Un risultato che Monaldi riusciva ad ottenere applicando una preparazione di base azzurra su tutta la superficie del dipinto, su cui poi realizzava la composizione. Così come sono diverse l’esecuzione e la pennellata, divenute più agili e istintive rispetto al Seicento. Caratteristiche che sono tutte ben visibili in quest’opera che può essere annoverata a buon diritto fra le “Bambocciate”.

Nella parte in basso a destra della tela compare la firma per intero dell’autore: P. Monaldi, cosa assai inusuale per un pittore che preferiva marcare i suoi quadri con le sue iniziali, inserite nelle brocche d’acqua o sui sassi. Tuttavia il restauro al quale il dipinto è stato sottoposto ha evidenziato una materia ed un craquelure della zona della firma assolutamente coerenti con il resto dell’opera, confermandone quindi l’autenticità. Un dettaglio che conferisce a questa tela una certa rarità.