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90 x 60 cm
Olio su tela applicata su tavola
1961


Scheda opera

Figure


Il dipinto

Stefania Lotti nacque a Roma nel 1927, nel pieno della seconda ondata culturale futurista. Sicuramente crebbe circondata da questo ideale tant’è che fin dai suoi esordi in pittura, che avvennero attorno al 1950, ella mostrò una netta ispirazione ai precetti del movimento fondato da Marinetti. La prima grande opportunità avverrà tre anni più tardi quando verrà scelta da Gino Severini per partecipare alla realizzazione di un lavoro molto prestigioso: il grande Fregio dell’Agricoltura. Un’opera imponente, lunga oltre 70 metri, composta da diversi pannelli in compensato dipinti a tempera che venne commissionato a Severini dalla Federazione dei Consorzi Agrari per decorare l’atrio del Palazzo dei Ricevimenti e dei Congressi. Stefania Lotti si trovò così a lavorare assieme a uno dei massimi esponenti del primo movimento futurista, che ne influenzò ulteriormente lo stile.

L’adesione a questa ideologia perdurerà per la maggior parte della sua carriera, anche se è durante la sua prima maturità, fino agli anni 70, che l’impronta futurista appare più chiaramente. L’opera qui in esame eseguita nel 1961 appartiene infatti a quel periodo storico, nel pieno della sua ispirazione,  anche se i classici stilemi futuristi vennero rivisitati in chiave personale da parte dell’artista.

Nonostante le mode pittoriche del dopoguerra in Italia superarono il modello Futurista, considerato oramai circoscritto a un periodo storico passato, virando le nuove sperimentazioni verso linguaggi più informali e concettuali, Stefania Lotti continuò a tenere vive le istanze del Manifesto Futurista anche attraverso una feconda attività letteraria. Coadiuvò quindi Enzo di Benedetto, altro storico esponente del movimento fin dai suoi albori, nella direzione della rivista “Futurismo-Oggi” cercando sempre di osservare e raccontare la realtà con il filtro dell’ideologia.

Inoltre cercò negli anni di tenere viva la memoria sul movimento italiano d’avanguardia   promuovendo conferenze e celebrazioni, come quella del 1975 per il centenario della nascita di Marinetti.

Questo profondo impegno divulgativo però non tolse tempo alla sua attività pittorica, diversificando i propri sforzi dalla pittura al restauro, fino alle decorazioni per medaglie.