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64,7 cm x 55 cm
Olio su tela
1632


Scheda opera

Giudizio critico

Maddalena che medita sulla Corona di Spine

Il soggetto
Questo ritratto realizzato dal Guercino è in assoluto uno dei più popolari soggetti illustrati nel culto cristiano: Maria Maddalena. Nella tradizione, la figura della Maddalena ha avuto diverse interpretazioni. Quella più diffusa la personifica in Maria di Magdala (dal nome della città di provenienza): come i dodici apostoli, ella è sempre al fianco di Gesù, persino nelle ultime ore, quelle della Passione e della Morte. Sarà lei a testimoniare per prima l’avvenuta resurrezione del Cristo. L’altra interpretazione è invece molto più diffusa nel mondo figurativo: si tratta dell’immagine della Maddalena Penitente. Per lungo tempo la tradizione artistica ha personificato l’immagine di Maria Maddalena con quella di una peccatrice che riuscì a redimersi dopo l’incontro col Cristo. L’accostamento della Maddalena alla Penitente venne definitivamente rigettata dal Concilio Vaticano II del 1969 ma fino a quel momento era stata di grande ispirazione per gli artisti che vi vedevano un potente mezzo espressivo per indirizzare alla virtù l’immaginario collettivo. E questo pare essere il soggetto iconografico che Guercino riprende in quest’opera: vi ritrae una donna riccamente abbigliata con i capelli adornati da gioielli, secondo lo stereotipo tradizionale delle meretrici, mentre medita su uno dei simboli della Passione di Cristo, la Corona di Spine, attraverso la quale riesce a raggiungere la Salvezza.


Il dipinto

Quest’opera è stata riconosciuta da Nicholas Turner tra quelle riportate nel Libro dei Conti del pittore, sotto la dicitura di un dipinto di “una testa di Maria Maddalena” destinato al Dr. Rigetti in data 18 settembre 1632 che per il quale vennero pagate due rate (comunicazione scritta del 9 giugno 2004). Lo stile di questo dipinto concorda perfettamente con quello del Guercino di quel periodo: la ricchezza del colore e il forte impasto contraddistinguono questa fase del pittore come si può evincere dal confronto con altre opere prodotte nello stesso periodo come ad esempio la Vergine col Bambino conservata a Tolosa, che venne originariamente commissionata per la Cattedrale di Reggio Emilia. Esiste un altro ritratto della Maddalena fatto dal Guercino che è molto simile per misure e iconografia, la cui ubicazione attuale è però sconosciuta. Sempre ritratta a mezzo busto e con atteggiamento meditativo, la Maddalena in quest’altra versione contempla i Chiodi della Passione invece della Corona di Spine. L’esistenza di quest’opera ha reso difficoltoso capire a quale dei due dipinti faccia riferimento l’appunto sul libro contabile sopracitato: sempre secondo Turner, il livello di qualità del dipinto qui analizzato è maggiore rispetto all’altra versione come si denota da alcuni dettagli quali ad esempio le mani della donna, maggiormente rifinite nella versione qui in analisi, mentre sono solo parzialmente visibili nell’altra, tagliate dal bordo del quadro. Ciò ci porta a concludere che la “Maddalena che medita sulla Corona di Spine” è, fra le due, la versione principale.

 L’attribuzione è confermata da Denis Mahon (comunicazione scritta del 26 giugno 2004) e Claudio Strinati.