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86 x 71,5 cm
Olio su tela
1700-1705 ca.


Scheda opera

Descrizione opera

Visitazione al Sepolcro con la Vergine e le tre Marie

Il giudizio critico


Questa “Addolorata” con la corona di spine recata da un angioletto e con sul lato destro e sullo fondo le tre Marie e le croci del Calvario, costituisce un’ennesima testimonianza della larga popolarità che Carlo Maratti acquisì nei soggetti religiosi imperniati sull’immagine della Madonna, rappresentata a mezza figura o intera, quale assoluta protagonista. Iconografie naturalmente sempre in grande auge, ma nelle quali lo stesso assoluto caposcuola della scena romana, dopo la scomparsa del suo maestro Sacchi nel 1661 e del Berrettini nel 1669, rinnovò addirittura la fama del Raffaello, come puntualizzato da E. Waterhouse nel suo basilare volume Italian Baroque Paintings (Londra 1963) tanto da essere maliziosamente ricordato come “Carletto delle Madonne”.

In effetti quest’immagine realizzata dal Maratti rappresentò un punto di riferimento basilare per la pittura romana della prima metà del Settecento, venendo ripetuta quasi uguale da S. Conca, F. Trevisani ed altri. Risulta che di essa il Maratti dipinse almeno due versioni: una destinata ad Alessandro VIII Ottoboni di cui scrive dettagliatamente il Bellori (tra l’altro descrivendo l’angelo” che le mostra la corna di spine, toccando con un dito l’acutezza di una punta, e questo è uno dei misteri dolori della Passione”) ma che fu consegnata al Cardinale omonimo, essendo morto il papa poco prima del suo compimento; ed un’altra eseguita per Niccolò Maria Pallavicini. Nel volume dedicato a questo mecenate protettore del Maratti (Ed. Bozzi, Roma 1995, fig. 29 pp. 50-51), S. Rudolph ne pubblica una versione attualmente nella collezione Marquiss of Lothian a Melbourne Hall, ipotizzando che si tratti di una delle due suddette.

Dal confronto diretto fra la Addolorata qui presa in esame che ho potuto visionare attentamente di persona e quella pubblicata, non si può rilevare alcuna sostanziale differenza qualitativa; se non di contro una maggiore dolcezza plastica e sensibilità pittorica nella stesura, in particolare nei panneggi, realizzati nella presente versione con più soffusi paesaggi chiaroscurali, a differenza delle pieghe più rigide e marcate dell’esempio inglese (almeno per quanto si può giudicare dalla riproduzione).

Si possono anche rilevare varianti anche nel fondo del cielo e della montagna come pure una lieve differenza nell’espressione della Madonna. Inoltre la rappresentazione di questa nostra “Addolorata” risulta letteralmente più ampia (del quadro pubblicato mancano le misure), con una maggiore inclusione nelle ali dell’angelo. Ma è comunque sulla base del suo indubbio alto tasso qualitativo generale, che si può affermare di trovarci dinnanzi a un’opera autografa del Maratti, e non a un’esecuzione coeva di uno dei suoi pur validi, stretti collaboratori. (Giancarlo Sestieri, 15 giugno 2005)